Chiesa di San Pietro a Varlungo

From Wikipedia
Jump to navigation Jump to search
Chiesa di San Pietro a Varlungo
Facciata
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneToscana
LocalitàFirenze
Coordinate43°45′58.4″N 11°18′04.5″E / 43.766222°N 11.30125°E43.766222; 11.30125
Religionecattolica di rito romano
TitolarePietro apostolo
Arcidiocesi Firenze
Stile architettonicobarocco e barocco
Inizio costruzione1107
CompletamentoXIX secolo
Interno

La chiesa di San Pietro a Varlungo è un luogo di culto cattolico che si trova in via di Varlungo a Firenze.

Il nome di Varlungo ha suscitato facezie, come la celebre novella del Decameron.[1]

Storia[edit | edit source]

Documentata sin dal 1107, pare risalire a prima del Mille. Nel '400 fu di patronato dei Bonciani, alla fine del Seicento subì una radicale ristrutturazione e nella seconda metà dell'Ottocento venne eretto il campanile e fu eliminato il portico antistante.

Durante la seconda guerra mondiale e l'occupazione tedesca, la chiesa di San Pietro a Varlungo fu una delle principali centrali di soccorso degli ebrei perseguitati a Firenze nel periodo dell'Olocausto[2]. Il parroco e il vice-parroco dell'epoca, don Leto Casini e don Giovanni Simioni, sono riconosciuti tra i giusti tra le nazioni a Yad Vashem. Un monumento e una via intitolata a don Casini ne ricordano oggi l'eroica azione a Varlungo.

Descrizione[edit | edit source]

L'interno, ad unica navata con volta a botte, transetto ed abside, presenta rifacimenti barocchi e dipinti murali fra i quali si trova inoltre un affresco di Alessandro Gherardini (1699), il Transito di san Giuseppe ed il coevo Battesimo di Cristo di Onorio Marinari; nel soffitto un affresco della scuola di Baldassarre Franceschini, detto Volterrano, rappresentante San Pietro in gloria, con la Fede, la Speranza e la Carità. Interessante è il ciborio in pietra serena, scolpito nel XV secolo;

Nel transetto vi è la tavola duecentesca del cosiddetto Maestro di Varlungo con la Madonna e il Bambino. Nell'oratorio della Compagnia è venerato un Crocifisso ligneo ritenuto miracoloso, mentre in canonica è custodito l'affresco del tabernacolo del Guarlone.

Nella via di Varlungo c'è un tabernacolo con affreschi di scuola del Ghirlandaio, la Vergine e san Giovanni Evangelista.

Note[edit | edit source]

  1. ^ La novella ha come sottotitolo: «Il Prete da Varlungo si giace con monna Belcolore; lasciale pegno un suo tabarro; e accattato da lei un mortaio, il rimanda e fa domandare il tabarro lasciato per ricordanza; rendelo proverbiando la buona donna». Dec., VIII, 2
  2. ^ Enzo Collotti (a cura di), Ebrei in Toscana tra occupazione tedesca e RSI (Carocci: Roma, 2007).

Bibliografia[edit | edit source]

  • Francesco Lumachi Firenze - Nuova guida illustrata storica-artistica-aneddotica della città e dintorni, Firenze, Società Editrice Fiorentina, 1929

Altri progetti[edit | edit source]

Collegamenti esterni[edit | edit source]